L'albero del poeta. La quercia del Tasso al Gianicolo

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29/01 - 01/06/2025
Museo di Roma in Trastevere

Sul colle Gianicolo, nel cuore del Rione Trastevere, si ergono le tracce storiche della Quercia del Tasso, l'imponente albero monumentale di Roma legato alla figura del celebre poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore del poema eroico La Gerusalemme liberata.
 

Attraverso documenti, fotografie, grafiche, dipinti e testimonianze, molte delle quali esposte per la prima volta, il visitatore può riscoprire l'importanza di questo luogo, e il suo legame indissolubile con la città di Roma, immergersi nelle storie, letterarie e umane e nelle leggende legate a questo albero monumentale, simbolo di Roma e della sua anima culturale.

Secondo la tradizione, Torquato Tasso si ritirava spesso all'ombra dell'arbusto, trovandovi riposo e ispirazione durante i suoi ultimi giorni di vita. Accanto alla quercia si trovava il suo alloggio, dove visse anche San Filippo Neri il quale, affezionato al luogo, lo frequentò assieme ai giovani del suo oratorio, e dove nel XVII secolo venne realizzato anche un piccolo teatro all'aperto sfruttando la cavea naturale del terreno. Questo spazio, noto oggi come Anfiteatro Quercia del Tasso, è stato per lungo tempo un punto di ritrovo e un centro culturale per eventi e rappresentazioni.

Ma la storia di questo luogo è ancora più ricca: San Filippo Neri, Leopardi, Stendhal, Strutt, Rossini e molti altri hanno passeggiato lungo questi sentieri, ammirando la bellezza del paesaggio e trovando ispirazione.

Viene ricordato anche l'aneddoto umoristico dello scrittore Achille Campanile, che vi ambientò una scena in cui un simpatico animaletto si rifugia nell'antico tronco, aggiungendo un tocco di leggerezza a questo sito intriso di storia.

La quercia e il teatro oggi sono simbolo di vita intellettuale e del profondo rapporto tra arte, natura e spiritualità nella Città Eterna, e sono protetti dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).

La mostra intende inoltre valorizzare il patrimonio artistico di alcuni dei principali musei civici (Galleria d’Arte Moderna, Museo di Roma, Museo Napoleonico, Casa-Museo Pietro Canonica e Museo di Roma in Trastevere) ripercorrendo le vicende storiche e culturali legate alla Quercia del Tasso.

Il percorso espositivo è articolato in cinque sezioni per un totale di circa 100 opere

La storia raccontata dalle mappe
La storia della Quercia del Tasso comincia ben prima di incontrare l’albero stesso. Per coglierne appieno il significato, dobbiamo partire dal contesto in cui essa si trova: il colle Gianicolo e il Rione Trastevere. Questi luoghi, nel corso dei secoli, sono stati teatro di vicende storiche e fonte di ispirazione per artisti, letterati e viaggiatori che hanno trovato qui, tra la vivacità urbana e la quiete delle alture, uno spazio di contemplazione e creatività.
Le mappe storiche esposte in questa sezione offrono un racconto visivo straordinario, rivelando una Roma che si sviluppa tra le strette vie di Trastevere e i paesaggi ampi e sereni del Gianicolo. Le incisioni e i disegni, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo, restituiscono la morfologia della città, ma anche il modo in cui veniva percepita e rappresentata nei diversi periodi storici.
È importante considerare come la topografia di Roma non fosse soltanto una scienza, ma - per i cartografi e gli artisti - anche un’arte, capace di immortalare la città eterna come una fusione di paesaggio naturale e vita urbana.
Opere qui esposte come Topografia del Gianicolo e la Topografia di Roma ci mostrano, attraverso l’eleganza delle linee morbide, e la precisione della tecnica a bulino e acquaforte, le peculiarità morfologiche del Gianicolo, inteso come punto di osservazione privilegiato su Roma e come luogo dalla forte identità paesaggistica, e la magnificenza della città, che diviene, in questo campo, un soggetto iconico dell’immaginario europeo.
L’importanza delle mappe nella storia va oltre il loro valore pratico: esse erano strumenti di conoscenza e, al tempo stesso, opere che celebravano il prestigio delle città. Durante il XVIII e il XIX secolo, la cartografia conobbe un’evoluzione straordinaria grazie alla combinazione di tecniche artistiche e nuovi metodi di rilevazione. Le mappe divennero così finestre sul mondo, capaci di catturare tanto la realtà fisica quanto l’identità culturale e simbolica dei luoghi rappresentati.
Il Gianicolo, in particolare, venne rappresentato con frequenza nelle mappe dell’epoca per il suo ruolo centrale nella vita culturale e sociale di Roma. Le sue vedute panoramiche non solo offrivano una visione spettacolare della città, ma divennero luoghi carichi di significati artistici e spirituali. Non è un caso che Torquato Tasso, uno dei massimi poeti italiani, trovasse qui rifugio e ispirazione negli ultimi anni della sua vita.
Le incisioni di questa sezione ci invitano, dunque, a percorrere con lo sguardo le strade e i paesaggi che furono protagonisti delle vite di artisti e intellettuali, ricordando come Roma non sia mai stata solo un luogo fisico, ma una continua narrazione. E ogni mappa, con le sue linee e i suoi dettagli, contribuisce a costruire questa storia, guidandoci fino al cuore del Gianicolo, dove la Quercia del Tasso affonda le sue radici come simbolo eterno di poesia, arte e spiritualità.
Roma, il Gianicolo
Sul colle del Gianicolo, tra i silenzi dei suoi sentieri e le vedute mozzafiato su Roma, si intrecciano storie di arte, natura e spiritualità che hanno ispirato generazioni di artisti. Qui, dove la città eterna si apre in tutto il suo splendore, la natura si è sempre fatta complice dell'ingegno umano, offrendo spazi di contemplazione e di rifugio. In questo scenario, la Quercia del Tasso e i dintorni di Sant'Onofrio al Gianicolo hanno trovato posto nella memoria
collettiva e artistica. Le opere raccolte in questa sezione raccontano Roma attraverso il pennello, l’acquaforte e la fotografia, tracciando un percorso che celebra il dialogo tra la città e il suo paesaggio. Dai paesaggi acquerellati di Ettore Roesler Franz, che restituiscono con poetica delicatezza le rive del Tevere e gli scorci del Gianicolo, ai dettagli architettonici della via della Lungara, ogni rappresentazione diventa un tassello di un racconto più ampio.
Sant'Onofrio, luogo caro a Torquato Tasso, si erge come simbolo di pace e raccoglimento. I chiostri del convento, le rampe alberate e la vicinanza alla Quercia, hanno catturato l'attenzione di artisti come Lucia Hoffmann, Scipione Vannutelli e Settimo Bocconi, che ne immortalano la serenità del prato ai piedi della chiesa, e gli edifici circostanti che parlano della vita quotidiana e della stratificazione storica della città. Non mancano le vedute della Quercia stessa, ritratta come simbolo di eternità e resistenza. In alcune preziose rappresentazioni, la sua figura maestosa si staglia contro il panorama di Roma, con la cupola di San Pietro sullo sfondo. Queste immagini non rappresentano solo un luogo, ma un’idea: quella di un albero che, per secoli, ha visto passare poeti, pellegrini e sognatori, offrendo loro un riparo e una prospettiva privilegiata sulla città.
Gli acquerelli, le fotografie e le incisioni qui esposte diventano dunque documenti visivi fondamentali, frammenti di un dialogo ininterrotto tra uomo e paesaggio, tra storia e modernità. Dal Gianicolo, lo sguardo si perde su Roma, ritornando poi alla Quercia e alle bellezze naturali che la circondano, restituendoci la bellezza senza tempo di Roma e il suo intreccio di storie, emozioni e memoria.
L’Aalbero del poeta, la memoria
Sul colle del Gianicolo, la Quercia del Tasso si erge come testimone silenziosa di secoli di storia e ispirazione poetica. Questo albero, simbolo immortale di arte e memoria, intreccia la sua vicenda con quella del poeta sorrentino Torquato Tasso, che trovò sotto le sue fronde un rifugio di pace e meditazione durante gli ultimi giorni della sua vita.
La leggenda narra che, seduto all'ombra della quercia, Tasso compose alcuni dei suoi versi più intensi, osservando la città di Roma distendersi all'orizzonte. Proprio qui, Tasso fece costruire il suo alloggio, che divenne un luogo importante anche per la figura di Filippo Neri.
San Filippo, conosciuto per il suo spirito gioioso e la dedizione alla gioventù, amò fortemente questo luogo, portandovi spesso i giovani del suo oratorio. Qui, immersi nella quiete del Gianicolo, spiritualità e natura si incontravano, creando un'atmosfera ideale per la preghiera e la riflessione. Nel XVII secolo la cavea naturale del terreno accanto alla quercia fu trasformata in un piccolo teatro all'aperto, noto come l'Anfiteatro Quercia del Tasso.
Le opere esposte in questa sezione offrono una narrazione visiva che celebra l'originario legame tra Tasso e il Gianicolo. Tra queste troviamo vedute incantevoli della quercia stessa e rappresentazioni dei luoghi circostanti, come il portico del convento di Sant’Onofrio, dove il poeta trascorse gli ultimi anni. I disegni di artisti come Achille Vianelli e Giuseppe Vasi raccontano non solo il paesaggio, ma anche l’atmosfera di raccoglimento e spiritualità che permea il colle.
Particolare rilievo è dato alle rappresentazioni della quercia nei diversi momenti storici, immortalata in acquerelli, incisioni e fotografie. Tra queste, le vedute di Mary Callcott Graham e Arthur John Strutt catturano la maestosità dell’albero e il suo ruolo di punto di riferimento iconico per la città eterna. L’albero, con le sue radici profonde e i rami estesi, diventa simbolo di un’idea di eternità che unisce la grandezza della natura alla fragilità dell’esistenza umana.
All'interno di questo percorso, l'albero, testimone del tempo, si erge non solo come simbolo della natura imperiosa e dominante, ma anche come archetipo universale che attraversa i linguaggi e le epoche. In questa mostra, passato e presente si intrecciano: l'eco di Torquato Tasso, che trovava ispirazione all'ombra della quercia, risuona ancora nei lavori di artisti contemporanei che esplorano il tema dell'albero in chiavi nuove ed evocative.
L'albero, simbolo di eternità e natura, entra nel presente, si rinnova attraverso le mani degli artisti.
Gianfranco Baruchello, con la sua installazione ambientale del 2015 Come la quercia esplora il potere simbolico e trasformativo dell’albero come nutrimento fisico e spirituale. L'artista porta l’albero nel nostro tempo, facendolo dialogare con il contesto contemporaneo e con le sfide e riflessioni del mondo moderno.
Joseph Beuys, con 7000 Eichen (7000 querce), celebra l'albero come simbolo di resistenza e connessione con la terra, e invita a riflettere sul legame che possiamo creare con l'ambiente, e sull'importanza di un'arte che sia attivamente coinvolta nella protezione del mondo naturale.
Daniela Perego, nel 2024 con il Il mio albero e ci invita a riflettere su come ogni individuo possa instaurare un legame profondo con la natura. L'albero, per Perego, non è solo entità fisica, ma simbolo di radicamento e trasformazione, rappresentando un percorso intimo e personale.
L’arte dell'incisione
Tra il XVIII e il XIX secolo l'incisione conobbe un periodo di straordinaria fioritura, divenendo il linguaggio visivo prediletto per tramandare l'immagine di Roma sia ai contemporanei che ai posteri. Maestri come Giuseppe Vasi, Luigi Rossini e Joseph Anton Koch, i cui lavori sono esposti in mostra, portarono questa tecnica a livelli sublimi, trasformando vedute e paesaggi in opere d'arte "senza tempo".
L'incisione ebbe un ruolo fondamentale nel mondo della produzione artistica, e non solo fu un mezzo per replicare e diffondere l'immagine della realtà, ma fu anche un modo per amplificare la sua bellezza e la poesia dei panorami urbani e naturali.
Il Gianicolo, dominante su Trastevere e sul centro di Roma, è stato rappresentato più volte attraverso la tecnica dell'incisione, che richiedeva un lavoro meticoloso: il disegno era trasferito su lastra, inciso con strumenti di straordinaria precisione e sottoposto, successivamente, a processi chimici per ottenere l'effetto chiaroscuro desiderato. Il risultato consisteva in una combinazione perfetta tra abilità tecnica e visione artistica.
Nelle opere in mostra, Roma e il Gianicolo vengono presentati sotto vari punti di vista in tutta la loro precisione: le incisioni si affiancano alla litografia, altra tecnica che nel XIX secolo conquistò gli artisti per la sua immediatezza. Da Eugenio Landesio a Charlotte Bonaparte, questa tecnica arricchisce il racconto visivo della città con un tocco morbido e pittorico.
Ogni stampa qui presentata racconta la città come un luogo di incontri, poesia e ispirazioni, e la Quercia del Tasso, inteso come luogo di riflessione e invenzione, viene ora rappresentata in tutta la sua precisione, diventando ancora una volta testimone del legame profondo tra uomo, natura e città, ed emblema del potere della bellezza eterna di Roma.
Rappresentare la natura
Roma, città eterna, è nota al mondo per i monumenti grandiosi, le testimonianze della sua storia millenaria e le opere d'arte che ne hanno celebrato la gloria. Tuttavia, la città di Roma è qualcosa di più di uno scrigno di storia e arte: essa racchiude intrecci di spazi verdi e scorci paesaggistici che offrono rifugio e ispirazione. Il Gianicolo è un punto fondamentale all'interno di questa narrazione, ed è simbolo di una armoniosa fusione tra l'uomo e l'ambiente, un luogo
dove la storia incontra la bellezza della natura.
Le opere di questa sezione catturano l'essenza di Roma come spazio di natura e intelletto, raccontandone il paesaggio attraverso gli occhi di artisti italiani e stranieri. Le opere di Antonio Fontanesi e di Jacob Philipp Hackert sono testimonianza di come la natura romana sia stata un rifugio accogliente per poeti, pensatori e pittori. Sotto i cipressi e gli olivi di questi luoghi, sotto le fronde degli alberi monumentali, filosofi, poeti e artisti hanno trovato spazio di contemplazione. La natura romana, come raccontano anche i paesaggi rurali di Onorato Carlandi e le vedute di Charlotte Bonaparte, risulta essere un elemento attivo nel dialogo tra passato e presente, e diventa un rifugio di silenzio e pace, proprio come la Quercia del Tasso al Gianicolo.
Anche in questa sezione, il tema della natura non è solo legato ai paesaggi tradizionali, ma si apre alla visione del contemporaneo. La natura è paesaggio da contemplare e anche elemento attivo e provocatorio nel dialogo tra uomo e ambiente. Olivo Barbieri presenta, attraverso la fotografia, una visione contemporanea della città di Roma dove l'albero e il paesaggio urbano si fondono in un equilibrio sospeso. Le sue fotografie ci mostrano la città in una luce nuova, filtrata attraverso il tema della natura, mettendo in evidenza il rapporto tra spazio naturale e costruito.
La Rinascita di Roberto Almagno si erge come archetipo universale e attraversa i linguaggi e le epoche, mentre Remember to forget di Alessandro Cannistrà si consuma nell’atmosfera poetica che riflette sulla transitorietà del paesaggio. Sono opere di chi ascolta, suggerisce forme nuove e sussurra storie.
In questo percorso tra passato e contemporaneità, la città di Roma emerge non solo come culla di storia e cultura, ma anche come luogo di riflessione, dove la natura diventa terreno fertile del pensiero e del cambiamento.

La mostra è a cura di Roberta Perfetti e di Silvia Telmon

Durante lo svolgimento della mostra, oltre a un fitto calendario di visite guidate, sono previsti incontri ed eventi sul tema della Quercia e dei letterati che si sono ispirati a Tasso, curati dal Dipartimento di lettere e culture moderne della Sapienza Università di Roma e dall’Associazione Le parole delle scrittrici e coordinate dal Museo di Roma in Trastevere.

Informazioni

Luogo
Museo di Roma in Trastevere
Orario

Dal 29 gennaio al 1° giugno 2025
Da martedì a domenica ore 10.00 - 20.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Chiuso il lunedì

Biglietto d'ingresso

Consultare la pagina >Biglietti

Informazioni

Tel 060608 tutti i giorni 9.00-19.00

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
A cura di Roberta Perfetti e Silvia Telmon

Tipo
Mostra|Documentaria
Giorni di chiusura
Lun

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