M.M. liberamente ispirato a "Maria Maddalena o della Salvezza" di M. Yourcenar

Non si può competere né con Dio né con Suo Figlio. Ed allora non resta che darsi smodatamente, punirsi prostituendosi, gettandosi via.

In audio il rumore della sabbia, del mare, il palpito di un cuore. Voci lontane e confuse, suoni indistinti. E Maria è  delusa, amara, ironica, sprezzante contro il mondo che l’ha calpestata, contro gli uomini che l’hanno usata e dai quali ha deciso di farsi usare. Le sue parole sono grida. Inascoltate. Cadono nel vuoto. A piedi nudi lascia segni sulla terra, che la ferisce come la vita ha scalfito lei. L’unica risorsa è l’auto punizione, per dimostrare di esistere. E’ sofferenza e dolore ancestrale. La non accettazione, l’emarginazione: adultera, “puttana”. Quasi in preda alle convulsioni, ai tremori di una danza di nervi e muscoli in interazione con le note e il live elettronics di Guido Sodo.

Valentina Capone (dopo importanti spettacoli con Leo de Berardinis ed Enzo Moscato, tra gli altri) è in scena per raccontare quest’amore in prima persona, interagendo con Guido Sodo, oud, voce e live electronics.